L'interesse e la pratica speleologica nel CAI dell'Aquila hanno radici lontane.
Nel 1938 il Presidente della sezione Michele Jacobucci esplora, con altri ardimentosi, l'interno di grotta a Male, senza però trovare la grande sala ed il lago sotterraneo che il De Marchi magnifica nella sua relazione. (cfr. art. Grotta Amare)
Inizia così l'attività speleologica e nella metà degli anni 40 si ha la nascita del Gruppo Speleologico Aquilano CAI per opera di Sergio Gilioli che partecipa alle prime esplorazioni organizzate in ambito regionale.
Con gli speleologi di alcune sezioni CAI laziali collabora alla stesura di un Catasto storico e risalgono a quegli anni le prime esplorazioni organizzate in ambito regionale (grotta Amare, ovido di Pietrasecca, grotta del Cavallone, grotta Cola, solo per citare le più conosciute).
Ma la pratica alpinistica si sviluppa e cresce cosi velocemente che la montagna vissuta fuori prevale sulla montagna vissuta dal di dentro.
Seguono attività curate da piccoli gruppi fino a quando, nel 1996, il gruppo risorge su impulso di Sergio Gilioli (omonimo nipote del fondatore), scindendosi da un gruppo locale e modificando il nome in Gruppo Grotte e Forre Francesco De Marchi (GGF CAI AQ) grazie ad alcuni amici attivi all'interno della sezione CAI che decidono di mettere a fattor comune l'amore per la montagna vissuta dal di dentro.
Già l'impegnativo nome è foriero di compiti e responsabilità in quello che rimane l'ultimo lato sconosciuto della montagna, il suo sistema nervoso. Prendono il via i corsi sezionali che porteranno oltre 100 persone ad avvicinarsi alla speleologia in maniera appropriata e gli impegni tecnici / esplorativi / scientifici.
I primi soci entrano a far parte del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico - mettendo a disposizione degli altri e dando avvio a una tradizione più che consolidata all'interno del GGF CAI AQ il loro altruismo e le loro capacità tecniche.
Le attività vengono portate avanti in primis su stimolo della Sezione e poi di Associazioni, Comuni, Soprintendenze, Enti, dando risalto e lustro a questo manipolo di volontari, animati da sana passione, che a nulla mirano se non al buon nome del Club Alpino Italiano e alla divulgazione della pratica speleologica per un corretto approccio all'ultima frontiera sconosciuta.