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Francesco SalvatoriI.N.S. e Salvatore Sammataro I.N.S.

La Scuola Nazionale di Speleologia CAI dal 1974 al 2008

Francesco Salvatori I.N.S. e Totò Sammataro I.N.S.

Gli anni '70 si concludono con un progressivo fermento della speleologia CAI sempre più impegnata a regolamentare un iter formativo rispondente alle esigenze degli operatori speleo, e ad incrementare gli studi e le ricerche nel campo geomorfologico, esplorativo e didattico.

Da questo momento i corsi di tutti i livelli cominciano a susseguirsi con una certa regolarità e a diffondersi – pur facendo sempre riferimento ad alcuni poli "storici" – su gran parte del territorio nazionale.
Nel 1980, favorevoli contingenze che vedono impegnato il CAI Perugia attraverso il proprio gruppo speleologico nel condurre le ricerche idrologiche del Monte Cucco con l'esplorazione dell'omonimo abisso e che coinvolgono la Regione Umbria, concorrono alla fondazione del Centro Nazionale di Speleologia "Monte Cucco" a Costacciaro (PG), tutt'ora esistente pur se con diversa denominazione. A Francesco Salvatori del Gruppo Speleologico CAI di Perugia, tra i maggiori fautori, è affidata la direzione che mantiene ancora oggi. Il suo coerente e costante impegno, amplia le opportunità speleologiche di formazione. La Scuola trova interessante l'occasione geografica più centrale e ne usufruisce quasi annualmente. La sede stabile, ove ospitare i corsisti e svolgere le lezioni teoriche nei pressi di un'interessante zona carsica, motivo di studio per l'idrologia sotterranea, facilita l'organizzazione e la crescita della Scuola. Per anni resterà l'unico centro attrezzato anche di laboratorio per la prova materiali, soddisfacendo le tante richieste organizzative e proponendo studi di settore.

Nel 1983, dimissionario Francesco Salvatori, la Direzione è affidata a Mauro Zerial che per motivi personali, dopo essere stato per un primo periodo più che impegnato, abbandona, sostituito ad interim dal Presidente della Commissione Centrale Speleologia Curzio Casoli.

Sono gli anni più belli per la speleologia attiva, l'entusiasmo provocato dalle nuove tecniche, induce a spingersi sempre più in profondità, ad intraprendere nuove ricerche, a tentare di trovare nuove vie. Gli attrezzi, alcuni già utilizzati in alpinismo come il bloccante mobile Schunt, ma soprattutto il Discensore ed il Dresler e via via, tutta una serie di variazioni che, secondo il metallo o lega di cui sono costituiti, sfruttano i principi di resistenza passiva ed attiva, allo scorrimento della corda all'interno di una gola lungo il suo corpo e alla capacità di bloccaggio rapido nel senso opposto. Di questo periodo dopo il bloccante mobile Dresler, il bloccante ventrale Gibbone della Ditta Petzel, ed ancora la Maniglia Petzel e la Maniglia Giumar. Sono gli albori della tecnica di sola corda, che timidamente si affaccia facendo notare tutti i suoi pregi.

La ricerca di nuove possibilità operative degli attrezzi spinge fortunatamente ad indagare sulla loro ergonomia e resistenza, si sperimentano così non solo nuovi attrezzi, ma anche nuove tute in PVC ed in nailon, sottotute in Pile e particolari tessuti idrorepellenti, e quel che più conta per la sicurezza, si intraprende la sperimentazione di imbrachi, che oltre alla loro funzione ergonomia rispondono sempre più alle caratteristiche richieste.

Nel 1984, una modifica apportata al regolamento della SNS per favorire una più graduale formazione del corpo docente, consente di istituire l'Esame per Istruttore di Speleologia. Tale qualifica di IS, pensata come tappa intermedia e presumibilmente temporanea, in attesa di sostenere l'esame per INS, successivamente si è ritenuto di lasciarla permanente data la condizione di molti istruttori disinteressati a raggiungere il livello superiore, ed anche perché nelle altre Scuole del CAI era prevista pure la figura del semplice Istruttore.
Nell'autunno del 1985 la Direzione è affidata a Sergio Consigli, eletto nell'Assemblea di Città di Castello, carica che terrà sino al 1998.
La nomina di Sergio Consigli, e il conseguente spostamento della Direzione al centro geografico, con la vicinanza di Costacciaro, facilita il coinvolgimento della struttura alle esperienze di laboratorio che si andavano affermando, si ricorda infatti che, presso una cabina enel dismessa, situata nella immediata periferia del comune di Costacciaro, ebbe inizio la realizzazione di un laboratorio artigianale per la prova dei materiali speleologici.
Si approntò un sistema di misurazione dei valori in kg peso registrati in occasione della caduta a strappo di un peso medio su delle corde di diversa casa costruttrice annodate con i diversi nodi e collegati ai vari attrezzi. L'esperienza, ripetuta più volte, raffinando fra l'altro anche la stazione di lettura, consentì di trarre una serie d'informazioni sul comportamento dei materiali sottoposti a stress; i risultati sono stati successivamente pubblicati nel famoso "libro giallo" dal titolo: Resistenza dei materiali speleo alpinistici che rappresenta ancora oggi un testo valido di conoscenza scientifica.

La divulgazione della conoscenza scientifica raggiunta sul finire degli anni 80, inizi anni 90 induce la SNS ad ampliare sempre più il proprio raggio d'azione, ingtervenendo nelle scuole pubbliche a supporto degli insegnanti di scienze, ma soprattutto per contribuire dall'esterno alla formazione di una coscienza critica eco-compatibile. ecco quindi, in occasione del Congresso Nazionale di Speleologia del 1978 tenutosi a Perugia, la SNS presentarsi con il manifesto, titolare di un nuovo progetto per la comunicazione, diffusore di azione disponibile ed utile al servizio sociale.

Il 4 maggio 1993 scompare prematuramente l'eccellente INS Marco Ghiglia per un incidente sul lavoro; la costernazione nell'ambiente speleologico è grande: molti hanno di che raccontare per le sue gesta di abnegazione e disponibilità oltre che per la qualità della sua azione tecnica. Su proposta della Direzione, la Commissione, volendone perpetuare l'esempio, istituisce il premio biennale "INS Marco Ghiglia" assegnandolo per la prima volta nel 1997 alla Commissione Prove Materiali Speleo Alpinistici – CENS – Costacciaro per i risultati raggiunti nel laboratorio di Costacciaro dalla stessa Commissione materiali1.

Intanto si è abbandonata la tecnica scala-corda, utilizzando con i nuovi attrezzi solo la corda. Tutti i gruppi speleologici sono a conoscenza della nuova tecnica e si sperimentano così altre possibilità di ridurre i rischi dovuti al posizionamento della corda, alla costruzione degli ancoraggi artificiali lungo la campata, dapprima unica dall'ingresso al fondo di ogni pozzo. È di questo periodo, oltre all'applicazione dei tasselli ad espansione, l'utilizzo delle resine sintetiche che ben rispondono alle caratteristiche di resistenza richieste. Inoltre sfruttando il sistema del paranco per la riduzione dei pesi, grazie a continui confronti d'esperienze, vede la luce un metodo semplice per alleviare la fatica fisica nella risalita o in particolari condizioni di sollevamento di soprappeso, è il metodo MAO (minima azione operativa). Detto metodo, immediatamente diffuso e sperimentato ed applicato in larga scala consente agevolmente una continuità di progressione altrimenti irraggiungibile.

Nel 1993 nasce la rivista Speleologia CAI la cui redazione è affidata allo stesso Francesco Salvatori del C.N.S. di Costacciaro. La pubblicazione, diventata immediatamente organo di diffusione culturale della Scuola, ben presto, a torto o ragione, dovrà però subire l'onta della censura. Le gelosie suscitate a diverso livello, dovute anche a dissidi e contenziosi interni al Club sezionale, aprono di conseguenza una falla nella meravigliosa struttura ormai simbolo della SNS, s'innescano polemiche coinvolgenti anche gli Organi superiori, e le Istituzioni Pubbliche come le Amministrazioni Locali e Regionali. Anche la Commissione Centrale per la Speleologia si trova ad intervenire, arrivando pure alle dimissioni, per difendere i valori dell'azione del Centro innescate sulle pagine della rivista, che a quel punto, interrompe la sua pubblicazione, lasciando orfana la Scuola di un importante mezzo di diffusione.

Ma tutto sembra inutile, i "politicanti" hanno la meglio, come riscontro immediato, minacciando sfacelo, occupando posizioni, ma producendo la completa stagnazione di quanto sino a quel momento era stato prodotto. Molti dei soliti speleologi titolati, che comunque credono nell'opera della Scuola, non si abbattono, rispondono della loro azione, producono ricorsi ed anche se con tempi biblici, ottengono finalmente la giusta considerazione e riabilitazione dalla democraticità del CAI Centrale. Quel che più conta è però che la struttura del Centro continua a mantenere inalterato il proprio impegno con l'ente Pubblico che apprezza, rinnovando la propria stima e stipulando altra convenzione più mirata alla continuità della Direzione, offrendo gratuitamente le strutture per una organizzazione sempre più impegnata.
L'azione però non è più coordinata e uniforme, non ha più la spinta necessaria per una maturazione e sviluppo, e mentre nel solito centro fisico, superate le beghe con atti pubblici esterni al Club si continuava a realizzare e diffondere l'idea SNS CAI, nelle varie sedi sezionali si ritornava a gestire il proprio provincialismo.

È d'obbligo ricordare, per darne il giusto merito, tra le varie perdite di quell'infausto periodo, le dimissioni di Antonio Rossi, Presidente della Commissione Centrale per la Speleologia dal 1988 al 1997 e valente componente scientifico. Egli non ha sopportato la sofferenza, per la falsità ideologica di alcuni, che hanno incrinato i rapporti interpersonali e istituzionali. Si è dimesso per protesta assieme a tutta la Commissione, valutando che in mancanza di fiducia amichevole non poteva far altro che allontanarsi dalle fila del CAI. Immaginate quale perdita si è prodotta nel periodo di maturazione dell'idea SNS, non solo dell'uomo CAI, dell'Esperto Scientifico in Petrografia, ma anche di un sistema ormai collaudato. Per quasi un decennio, la SNS ha continuato a gestire la sua azione tentando di rispondere alle necessità immediate con l'apparente coinvolgimento di strutture parallele, interessate a tutt'altro sistema organizzativo e didattico, senza una programmazione reale non solo di fatti contingenti e ma anche della ricerca tecnica e scientifica già iniziata dalla SNS CAI.

Prima di questi incresciosi avvenimenti, gli anni '80 ed i primi anni '90, sono stati quelli di maggiore sviluppo della struttura didattica, il Corpo docente della SNS raggiunge il numero ragguardevole di 250 IS e 50 INS operativi, i corsi realizzati sfiorano il numero di 100 l'anno, compresi i nazionali che intanto hanno trovato una duplice linea di finalizzazione, corsi dedicati alla specializzazione nelle discipline attinenti o affini al settore speleologico, e corsi dedicati all'aggiornamento più specifico del corpo docente. È di questo periodo, l'ampliamento della ricerca nelle cavità artificiali o antropiche di cui il territorio italiano è ricco. La tipologia degli studi, apparentemente meno difficoltosa, riesce ad interessare diverse Amministrazioni Comunali per l'esplorazione, il rilevamento e l'organizzazione della fruizione vista immediatamente come ulteriore possibilità di turismo alternativo, per cui la SNS attraverso i suoi Istruttori, si pone all'attenzione della collettività per le sue qualità e competenze. Il CAI, torna ad essere in primo piano grazie ad una serie d'azioni speleologiche che localmente interessano le risorse ambientali. La didattica, che gli istruttori svolgono nelle scuole d'ogni ordine e grado, riguardante la conoscenza dell'ambiente sotterraneo, la trasformazione del paesaggio, la morfologia carsica superficiale e profonda, la progressione al suo interno, è già l'arma vincente che bisogna assecondare e proporre per raggiungere un duplice scopo, diffondere sempre più la scienza speleologica per salvaguardare meglio il suo patrimonio.

Appartiene pure a quel periodo, il primo coinvolgimento del Comando dei Vigili del Fuoco di Palermo avvenuto nella seconda metà degli anni '80, con una esposizione teorica e pratica della tecnica di progressione a tutta la Caserma, Ufficiali compresi. Successivamente un loro Nucleo, composto di 6 vigili e due ufficiali, partecipa al 9° Corso d'introduzione a Palermo del 1981. Detto corso, che, in seguito, ha consentito la partecipazione attiva di alcuni Vigili all'azione di gruppo, ha contribuito negli anni successivi ad innescare gli attuali specializzanti corsi SAF dei Vigili del fuoco per una maggiore professionalità e sicurezza nella progressione con l'uso delle corde e delle attrezzature leggere, utili al soccorso rapido.

Siamo nella seconda metà degli anni '90, nelle varie sedi sezionali i gruppi godono di buona possibilità operativa, in campo nazionale però vige una sorta di sfiducia reciproca nelle capacità organizzative del prossimo, sicché, è un continuo scontro nel difendere le proprie posizioni, non si valuta per intero l'idea di poter delegare un qualunque rappresentante, sicché più volte, dopo lunghe discussioni si ritorna all'idea primigenia. Questo atteggiamento che dura alcuni anni contribuisce ad alimentare lo scontento fra gli istruttori e ciò che inizialmente era attività ricreativa si trasforma presto in attività di soli sacrifici che invoglia ad abbandonare. Le fila degli Istruttori cominciano così ad assottigliarsi e la crisi è palpabile anche fuori dall'ambiente di Costacciaro.
Nel Dicembre del 1998 Bruno Galvan, personaggio mite e lontano dai gruppi in lotta, ben visto anche nelle alte sfere, è eletto Direttore della SNS, assieme a Walter Bronzetti Segretario (restano in carica sino al 2005). Inizia un periodo di riavvicinamento, si ritorna a parlare dell'attività coinvolgente, si ricomincia ad aver fiducia nella struttura.
Già la sua disponibilità a ricoprire la carica, dato pure il consenso di alti dirigenti è la prova che la SNS vuole riemergere ed infatti si deve a lui la ripresa dei valori fondamentali della stima ed amicizia che ha saputo innescare partecipando a quasi tutte le manifestazioni e corsi nazionali approvati in Assemblea. Il suo atteggiamento democratico ma preminente, avendo fra l'altro la fortuna di provenire da Bolzano, un ambiente forse poco interessato alle discussioni e lontano dai conflitti presenti in quasi tutte le sedi in occasione dei momenti di crescita, gli consente di riorganizzare almeno la prassi burocratica e vagliare la partecipazione degli istruttori.

La sua azione, coadiuvata dal Segretario Walter Bronzetti, imposta con metodologia trentina un calendario d'intervento per la revisione del regolamento e comincia a sollecitare tutti gli istruttori all'applicazione di quanto vi è stabilito. L'abitudine all'anarchia però ormai è tanta e talvolta sfocia pure in dissapori, ma la costanza e l'impegno di Walter sono più forti sicché presto si cominciano ad ottenere i primi frutti, si registrano finalmente tutti i fatti, i corsi, le materie e la posizione degli istruttori secondo regolamento.

Il decennio, che conclude il secondo millennio, vede così la Scuola impegnata nella ridefinizione del suo regolamento, perché non si possono dare alibi all'ignoranza, ma la parte burocratica, comincia a prevalere sui veri interessi dell'istituzione, molti i paletti interposti sia alla progressione formativa, sia alla stabilizzazione del Corpo docente, e l'azione, invece di dare migliori risultati, innesca un apparente motivo di scarso interesse per la qualifica. La schiera dei titolati continua ad assottigliarsi, mentre ancora si ricerca una maggiore attenzione ai fatti strutturali.

Questo è il periodo di massimo sforzo, per alcuni che ancora credono nella validità della Scuola impegnata nell'auto aggiornamento. Nell'impegno oneroso per il gran dispendio d'energia, il Direttore Bruno Galvan, supportato dal solerte Segretario Walter Bronzetti, si distingue per la sua disponibilità, partecipando a quasi tutti i corsi nazionali. Tale presenza, torna ad innescare un senso di considerazione delle azioni altrui, riproponendo quel coinvolgimento ed azione comune da tempo abbandonato.

La Scuola, ritorna così, ad occuparsi del coinvolgimento nell'azione didattica, valutando la qualità dell'istruttore nell'applicazione del regolamento. La sua presenza, la sua stima, la fiducia ricomparsa nell'ambiente, ridanno speranza al popolo degli speleologi caini, che riprendono a considerare come obiettivo il raggiungimento del titolo.
Nel dicembre 2005 Salvatore Sammataro, è eletto Direttore della SNS assieme a Giuseppe Priolo Segretario per il triennio successivo. Il loro impegno è, di rafforzare l'interesse per l'uniformità tecnica operativa sia nell'offerta espositiva, sia nello svolgimento di qualunque azione, nell'applicazione dei regolamenti istituzionali.

L'abitudine programmatica della nuova gestione, sin dall'inizio offre un modo nuovo di relazionarsi e coinvolgersi, vede prioritaria la raccolta di immagini e relazioni sull'andamento dei corsi, indica in qualche caso l'aggiunta di qualche materia per vari motivi tralasciata ma indispensabile alla luce dei regolamenti e s'impegna al livellamento verso l'alto dei corsi nazionali. S'impegna altresì, a riconoscere tutti i corsi di specializzazione presentati perché hanno valenza sicuramente nel proprio ambiente, mentre tenta disperatamente di selezionare dei corsi di particolare interesse per la scuola e valutarli come corsi di Aggiornamento per gli Istruttori.
Per l'attuale gestione, oltre che la preparazione tecnica e culturale dell'istruttore, è importante la sua visibilità nel sociale ed il collegamento tra le esperienze Speleologiche e la vita giornaliera della società civile. Ancora valido si riconosce il coinvolgimento delle Istituzioni pubbliche specialmente se, da queste si possono trarre benefici per la speleologia e l'associazionismo ambientale in genere. Grande attenzione riserva alle collaborazioni scientifiche dell'Università o Istituzioni varie, perché con azioni sinergiche di misti interessi si possa riuscire ancora una volta a coinvolgere i giovani nella ricerca, conoscenza e tutela del patrimonio carsico.

Vedono altresì utile divulgare tutte le iniziative attinenti la speleologia inserendole in un sito elettronico a cui chiunque può accedere, aggiornare un catasto documentale d'immagini dei vari corsi e pubblicare annualmente con alcuni manifesti le migliori, aggiornare una biblioteca contenente le tesi dei vari candidati agli esami d'accertamento, ed eventualmente estrapolarne una raccolta da pubblicare con l'ausilio di DVD.
Per tutto questo, sin dalla sua elezione si è battuto per aver riconosciuto l'impegno dei collaboratori istituendo gruppi di lavoro per la "Didattica" e per i "Materiali" che forse rappresentano una novità per l'aiuto dato alla gestione.
Attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro per la didattica, sono stati presi in esame la modulistica e la programmazione, a partire dalla richiesta di nulla osta per un corso d'introduzione, passando per la proposta di corsi di perfezionamento tecnico, di corsi di specializzazione e aggiornamento, di corsi propedeutici all'esame IS e di esami d'accertamento IS e INS.Un altro gruppo di lavoro per la tecnica ed i materiali, anch'esso ufficialmente costituito e appoggiato al Centro Escursionistico Naturalistico e Speleologico di Costacciaro per via del suo laboratorio "Prove materiali", è impegnato a ridefinire in modo inequivocabile non solo i materiali e le attrezzature di cui ogni titolato dovrebbe essere fornito con la propria sacca d'armo, ma anche conoscere tutte le manovre tecniche di minima utili alla progressione.
Una Scuola nazionale di speleologia matura, una struttura agile, qualificata, adatta a progettare nuove idee di ricerca, nuove ipotesi operative aperte alla collaborazione con altri enti, disponibile a condurre progetti educativi, che mira ad una conservazione sostenibile dell'ambiente anche attraverso la corretta fruizione delle sue bellezze.

Una Scuola oltre che impegnata nella formazione dei propri titolati, interessata pure al sociale con il quale collabora, intervenendo su richiesta per contribuire a risolvere problematiche di conoscenza, rilevamento, risanamento, metodologia di fruizione, formazione di accompagnatori per percorsi sotterranei, formazione di specializzazioni attinenti l'uso dei sistemi di sicurezza nell'uso di funi, formazione di personale esperto nella progressione ipogea con l'uso di attrezzatura tecnica.

Estratto dal libro "50 anni di speleologia della Scuola Nazionale di Speleologia CAI 1958 - 2008"
a cura di Pino Guidi, Francesco Salvatori e Totò Sammataro