Premessa
L'esigenza di preparare i neospeleologi ad affrontare con una certa sicurezza e capacità la visita del mondo ipogeo è stata sempre presente a tutti i Gruppi Grotte organizzati. Già nei primi anni del Novecento la Commissione Grotte della SAG – Società Alpina delle Giulie – aveva organizzato a Trieste dei corsi pratici di esplorazione e rilevamento, corsi reiterati e ampliati poi all'inizio degli anni '20 per far fronte alla grande mole di lavoro che si prospettava per la speleologia triestina dopo la fine della Grande Guerra1.
Sempre negli anni '20 il presidente del Touring Club Italiano, Luigi Vittorio Bertarelli, uno dei maggiori promotori delle ricerche speleologiche in Italia nel primo quarto del XX secolo, avanzava un'idea quasi rivoluzionaria per quei tempi: "... Un campeggio d'insegnamento nella Venezia Giulia fatto quasi in forma di iniziazione a gruppi nati in queste Società [presso le sezioni del CAI] desiderosi di 'apprendere' non sarebbe forse una propaganda intensiva, che porterebbe poi – a ragion veduta – nei nostri ignorati campi carsici le falangi di nuovi esploratori?"2.
L'iniziativa non poté essere subito concretizzata, e la scomparsa del benemerito e infaticabile speleologo lombardo fece accantonare l'idea. Che non venne però dimenticata: a Trieste, nei primi anni '40, un programma di rilancio della Commissione Grotte della SAG vedeva inserito, fra i vari punti, la creazione di una scuola di speleologia, sul modello di quella di roccia fondata, sempre a Trieste, alcuni anni prima da Fausto Stefenelli.
L'acuirsi, e soprattutto il triste esito della guerra fecero finire nel cassetto dei sogni quell'ambizioso programma3.
Dopo la seconda guerra mondiale il proposito di effettuare dei corsi di avvicinamento alla speleologia veniva ripreso, ampiamente rimodellato, da vari Gruppi Grotte italiani; l'obiettivo era soprattutto rivolto al reclutamento ed alla preparazione delle nuove leve, esigenza allora molto sentita; i corsi si svolgevano su base locale, all'interno del singolo Gruppo, ed erano strutturati in modo da privilegiare la preparazione tecnica.
Fra le iniziative attivate nell'ambito del CAI in quei difficili anni va rimarcata una particolare del Gruppo Grotte Milano del CAI-SEM; questo gruppo nel 1947 creava una "Scuola di Speleologia" presso l'Istituto Gonzaga, progetto reiterato ancora una volta nel 1952. A differenza dei corsi tenuti a Trieste nei primi decenni del secolo questa Scuola – un corso diluito lungo l'anno scolastico – era finalizzata al reperimento di nuove leve per il Gruppo Grotte: una chiara dimostrazione del cambiamento della mentalità nei giovani: dopo la prima guerra mondiale il problema dei Gruppi Grotte era di utilizzare al meglio le cospicue forze disponibili, dopo la seconda di convincere i giovani ad andare in grotta.
Estratto dal libro "50 anni di speleologia della Scuola Nazionale di Speleologia CAI 1958 - 2008"
a cura di Pino Guidi, Francesco Salvatori e Totò Sammataro