5° Corso di verifica per ISS
La figura dell'Istruttore Sezionale di Speleologia CAI introdotta nel 2012 ha sostituito l'Aiuto Istruttore nei...
Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie.
Lettera ad un amico
Sono passati diversi anni da quando mi sono appeso per la prima volta ad una corda, durante una palestra “speleo”: cercavo di fare l’inversione di marcia; di fianco a me, etereo, era appeso nel vuoto Andrea, che mi insegnava come fare.
Andrea si sintetizza con tre parole, i suoi soprannomi: Il Delicatissimo, Il Fisico’ e soprattutto Il Maestro.
Il Delicatissimo. Un soprannome da leggere con ironia a volte, vista la straordinaria determinazione dedicate al soccorso e alla scuola speleo, le sue passioni. Non ci sono mai state mezze misure: le cose o si fanno bene o non si fanno. Andrea è così, prendere o lasciare… e tutti noi che lo stimiamo abbiamo deciso di tenercelo stretto uno così. Un amico vero, sincero e leale che non ti risparmia critiche se sono giuste, se ti fanno crescere, se sono per il tuo bene. Ma Andrea è anche un “Delicatissimo” maestro; ai corsisti si dedica con instancabile pazienza: l’allievo più difficile è sempre il suo e lui sa far venire alla luce lo speleologo interiore. Lo mette a proprio agio, riesce a farlo rilassare e, come per una magia, le manovre riescono. E poi migliorano.
Il Fisico’. Una cara amica del GES è stata la prima a chiamarlo così. Già. È innegabile che a vederlo, con quegli avambracci da arrampicatore, gli addominali scolpiti, leggero e al contempo forte, trasmetta energia…energia fisica che contagia anche chi gli sta accanto. In grotta, come in forra, ha sempre il sacco più pesante. Chi di noi non si è offerto di portarglielo, per poi restituirglielo qualche metro dopo perché solo a sollevarlo si faceva una fatica enorme? Anche nelle uscite più corte si porta dietro la “Santa Casa” e alla domanda: “ma che ci porti? Ma se stiamo via poche ore?!?”, la risposta inizia sempre con un sorriso sottile e lo sguardo che si abbassa “il segreto per non sentire il peso dello zaino è portarlo sempre”. E finisce sempre che lui risolleva la sua sacca come fosse piena di polistirolo e che il tuo ego si restringe… Però ti senti più tranquillo, uno così nella squadra come fai a non volerlo. Uno che sai che se c’è un problema ti mette al sicuro e ti solleva l’umore. Uno che qualunque cosa accada, cascasse il mondo, c’è, lì accanto a te e ti aiuta a risolvere la situazione, anche solo con un nodo… insomma, meno male che c’è Andrea, il Fisico’, appunto.
Il Maestro, non il Professore o il Docente. Solo e semplicemente Maestro. Il Maestro sa, ma non fa pesare di sapere; ama condividere la propria conoscenza, per metterla al servizio degli altri senza vantarsi di quanto conosce. Il Maestro corregge sempre e solo per insegnare. Il Maestro è una figura rassicurante. Tanto è Andrea. Un Maestro di Torrentismo, di Speleologia, di Soccorso, un Maestro di amicizia e dignità. Ho assorbito tanto da lui in questi anni. Andrea non lesina consigli a chiunque e, a volte, ho pensato che “un grande come lui” stia perdendo tempo a dedicarsi a “me”. Poi una parola, una smorfia, un sorriso, rivelano che a lui piace: piace dedicare il suo tempo agli altri e tutto è naturale, anche accettare i suoi rimproveri. Con me è stato maestro l’ultima volta Mercoledì scorso. Avevo colto con entusiasmo l’idea di aiutare gli abitanti di Pietracamela a spalare via la neve dai tetti e lo avevo proposto al gruppo con un whatsapp. Mi ha chiamato, nonostante fosse stanco (l’ho sentito che eri stanco Andre’, la voce non lo nascondeva), era impegnato in prima linea nei soccorsi, ed ha trovato il tempo di farmi una chiamata e consigliarmi di persona (ti ho visto mentre iniziavi a scrivere un messaggio dopo il mio, ma ti sei fermato ed hai avuto la delicatezza di alzare il telefono). Gli ho detto che aveva pienamente ragione (che mi è passato per la mente!): troppo pericoloso salire sui tetti per noi non addetti ai lavori. Meglio impiegare in altro modo le nostre forze, a terra, al sicuro. Me lo ha detto espressamente: “questa settimana ho perso già troppi amici, e non sopporterei di perderne degli altri”. Ti sei preoccupato per me, per noi, sempre attento alla sicurezza.
Ora la stanchezza passerà, l’allarme meteo sta rientrando, iniziamo a leccarci le ferite profonde e superficiali che hanno toccato la nostra terra. Possiamo tornare a parlare di Speleologia, di Torrentismo, di progetti di gruppo. Ci sono tanti nuovi ragazzi che si sono aggiunti al GES, tutti conoscono Andrea che è anche il loro maestro. Vanno fatti crescere, abbiamo tante belle idee da proporgli. A partire dalla traversata del Corchia, a breve, a febbraio. Andrea la sta progettando con il gruppo e gli amici toscani. Poi andremo in Lessinia a fare la Spluga finalmente, abbiamo deciso le date e sarà una grande uscita. Un gruppo di pochi davanti, ma sempre coinvolgendo tutti gli altri che seguono…ognuno col suo passo. Anche questa un’idea di Andrea. Insomma, tante attività ancora da condividere.
Progettiamo ancora insieme a te il nostro futuro, Maestro, progettiamolo per servire gli altri, perché la misura della riuscita di una vita è quanto amati siamo per quello che abbiamo dato, non per quello che abbiamo preso. Tu ci hai dato tantissimo.
http://www.repubblica.it/cronaca/2017/02/02/news/rigopiano_andrea_pietrolungo-157404518/?ref=search
http://www.corriere.it/cronache/17_febbraio_01/rigopiano-morto-d-infarto-dei-soccorritori-addio-speleologo-andrea-aveva-39-anni-29b5f310-e860-11e6-b85e-cfb9b1bcef6b.shtml?refresh_ce-cp
COMMISSIONE CENTRALE PER LA SPELEOLOGIA E TORRENTISMO